Capita a tutti, di tanto in tanto, di dimenticare qualcosa di apparentemente semplice. Magari ci siamo appena spostati in un’altra stanza per prendere un oggetto, ma appena varcata la soglia non ricordiamo più cosa cercavamo. Oppure, durante una conversazione, ci sfugge il nome di qualcuno che conosciamo bene, e per quanto ci sforziamo, non riusciamo a richiamarlo alla mente. Questi sono solo due esempi di cosa si intende per “vuoto di memoria” e ci aiutano a capire che la memoria, sebbene sia un processo straordinario, a volte può essere tutt’altro che perfetta.
La stragrande maggioranza dei vuoti di memoria, soprattutto nei giovani e nelle persone di mezza età, è dovuta a fattori legati allo stile di vita, come lo stress cronico, la mancanza di sonno, il sovraccarico mentale e una scarsa qualità della vita in generale. In altre parole, il nostro cervello per funzionare bene come un archivio ha bisogno di ordine, di pause e di tempo per processare le informazioni. Quando il ritmo diventa troppo intenso, come avviene con le continue distrazioni e le pressioni della vita moderna, l’archivio della memoria fatica a gestire tutto.
Diversi studi recenti hanno esaminato l’impatto significativo degli stili di vita moderni sulla memoria. Da queste ricerche emerge sempre più chiaramente che i ritmi frenetici imposti dalla vita moderna contribuisce a quella che spesso viene definita “dimenticanza funzionale”, una forma di amnesia temporanea legata ad abitudini e comportamenti che possiamo modificare.
Tra i principali fattori che incidono sulla memoria troviamo:
Elementi che, inoltre, si combinano con le continue distrazioni e con la pressione costante della vita quotidiana. Vediamo, allora, in che maniera agiscono singolarmente questi fattori.
Lo stress è uno dei principali responsabili dei vuoti di memoria. Quando siamo sottoposti a situazioni stressanti, il nostro organismo produce cortisolo, un ormone che, quando presente in quantità elevate può danneggiare l’ippocampo, la parte del cervello responsabile della formazione dei ricordi.
Studi recenti hanno dimostrato che l’aumento del cortisolo può alterare la plasticità neuronale, riducendo la capacità di immagazzinare e recuperare i ricordi. Gli effetti sono più evidenti in chi è sottoposto a stress cronico, come le persone con ritmi lavorativi intensi o in situazioni di difficoltà personale persistenti.
Il nostro cervello è progettato per concentrarsi sullo svolgimento di un solo compito per volta; tuttavia, le abitudini moderne, come il multitasking digitale (per esempio, passare da un’app all’altra o gestire più compiti contemporaneamente) creano un sovraccarico cognitivo che riduce l’efficienza della memoria.
Già nell’ormai lontano 2009, alcune ricerche universitarie hanno evidenziato l’impatto del multitasking sulla capacità di filtrare le informazioni rilevanti, portando a una dispersione delle risorse mentali che compromette la memoria a breve termine. Con l’uso continuo di dispositivi digitali, questo effetto è ancora più accentuato e provoca difficoltà nel ricordare anche semplici informazioni, come nomi o appuntamenti.
L’enorme quantità di informazioni a cui siamo esposti ogni giorno – dalle notizie online ai social media – aumenta il rischio di sovraccarico mentale e interferenza tra i ricordi. Le notifiche frequenti, le interruzioni costanti e l’abitudine a gestire rapidamente molte informazioni creano una sorta di “nebbia mentale” che riduce l’attenzione e ostacola il consolidamento dei ricordi.
Diversi studi hanno mostrato la relazione tra sonno e capacità mnemoniche. È indubbio che chi dorme meno di sei ore a notte è soggetto a un rischio maggiore di vuoti di memoria e di difficoltà cognitive. Anche il sonno frammentato, comune nelle persone che si svegliano spesso durante la notte, è correlato a una riduzione della capacità di ricordare eventi passati o futuri. Senza un sonno adeguato, il cervello fatica a trattenere le informazioni e le nostre capacità di recupero mnemonico si riducono drasticamente.
Prevenire o contrastare l’insorgere di vuoti di memoria richiede un approccio olistico che miri a migliorare il benessere generale del cervello attraverso la cura dello stile di vita, con un focus su abitudini salutari e, in alcuni casi, sull’integrazione di nutrienti specifici. Uno stile di vita equilibrato, infatti, è alla base di una buona memoria e di una mente lucida.
Poiché lo stress incide direttamente sulle funzioni cerebrali, imparare a ridurre e gestire le fonti di tensione è un passo indispensabile per evitare problemi di memoria. Tecniche di rilassamento come la meditazione (mindfulness), il respiro profondo e lo yoga aiutano a ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress che può compromettere la memoria. Prendersi brevi pause durante la giornata e dedicare del tempo a queste pratiche può migliorare la capacità di concentrazione e supportare il benessere cognitivo. Inoltre, come si è visto, un’ulteriore causa di stress e di disattenzione è il multitasking: cercare di concentrarsi su un compito alla volta e utilizzare strategie di organizzazione mentale, come le liste e le pause tra un’attività e l’altra, aiuta a migliorare il focus e a ridurre i vuoti di memoria.
Dal momento che sempre più oggi sacrifichiamo le ore di sonno per fare spazio agli impegni, la memoria è tra le prime a risentirne poiché è durante le fasi di sonno profondo e REM che il cervello rielabora e consolida i ricordi. Andare a letto a orari regolari, ridurre l’uso di dispositivi elettronici nelle ore serali e creare un ambiente di riposo confortevole sono abitudini che possono migliorare notevolmente la qualità del sonno e, di conseguenza, le capacità mnemoniche.
Come suggerimento finale, ma non per ordine di importanza, per ridurre i fenomeni dei vuoti di memoria è opportuno curare la propria alimentazione.
Una dieta ricca di nutrienti essenziali, come vitamine del gruppo B, omega-3, zinco e antiossidanti, fornisce al cervello l’energia necessaria per funzionare al meglio. In aggiunta, specifici integratori possono supportare ulteriormente la memoria. Ad esempio, l’uridina e la citidina, precursori dei fosfolipidi neuronali, svolgono un ruolo importante nel mantenimento della salute dei neuroni e nelle connessioni sinaptiche, contribuendo a migliorare la capacità di ricordare. Anche lo zinco è un minerale essenziale per la salute cognitiva, in quanto partecipa alla protezione dei neuroni dallo stress ossidativo e favorisce il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale. Integratori mirati, come quelli offerti da formulazioni avanzate, come Ischelium, sono studiati per sostenere la memoria e contribuire al benessere mentale in modo complementare alla dieta.
ll declino cognitivo fisiologico o lieve può essere prevenuto o rallentato con trattamenti non farmacologici, che includono uno stile di vita sano, l’esercizio mentale e fisico regolare, una dieta equilibrata e l’uso di integratori alimentari specifici.
Ischelium contiene tre ingredienti Citidina monofosfato, Uridina monofosfato e Zinco, noti per le proprietà nutrizionali che possono aiutare a sostenere il sistema nervoso e il metabolismo cellulare.
La combinazione di Citidina monofosfato, Uridina monofosfato e Zinco in Ischelium non è casuale.
Citidina monofosfato, Uridina monofosfato sono i precursori dei nucleotidi pirimidici che intervengono nella sintesi proteica e sono alla base dei costituenti degli acidi nucleici: il DNA e l’RNA. Lo Zinco contribuisce a proteggere queste cellule dallo stress ossidativo e contribuisce alla normale funzione cognitiva.
Ischelium è un integratore alimentare. Per maggiori informazioni e avvertenze leggere il foglio istruzioni.
Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e di un sano stile di vita.
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